Lavorando nelle HR e occupandomi in prima persona di questo servizio, spesso mi fermo a riflettere sulle effettive utilità di tutti questi strumenti a servizio di aziende e candidati.
In particolare vorrei addentrarmi nell’Outplacement per provare a suggerirvi la concreta utilità di questo servizio di Supporto alla ricollocazione.
Parto da una serie di motivi molto pratici per i Candidati e per le Aziende
Candidati | Aziende |
In due è più facile, non esistono miracoli, ma di certo si accorciano i tempi di riuscita | Il costo del servizio è inferiore rispetto alle procedure di licenziamento e mobilità |
Si procede in maniera organizzata e non casuale | Limitazione e annullamento dei conflitti sociali, si ammorbidisce il conflitto |
Si metabolizza in fretta il “lutto” della perdita del lavoro | Mostra un alto senso di responsabilità sociale |
Si sfrutta il cambiamento per migliorare | |
Si valorizzano le competenze trasversali |
Spesso, durante le gestione della separazione dall’azienda, i candidati preferiscono concentrarsi sulla trattativa della buona uscita, monetizzandola, senza pensare davvero al loro “prossimo futuro”.
Incontro davvero tante persone che tralasciano di considerare in maniera concreta l’ipotesi di accettare, o proporre direttamente alla propri azienda, il servizio dell’Outplacement, certi di poter fare da sè; cosa che, ben presto, si rivela faticosa, incerta, con pochi risulati a breve termine e approdano solo in tempi tardivi a me…
Il tempo come lo stato d’animo nella ricerca del nuovo lavoro, giocano un ruolo chiave nella riuscita, è per questo fondamentale non tardare questa decisione…
Credo che un confronto con una Società seria e un bravo Consulente di Carriera valga la pena, ogni società è disposta ad incontrare i candidati per spiegare il servizio e supportarli in questo difficile momento.
Vi saluto, ricordandovi che L’Outplacement va scelto, per farsi ancora scegliere!
A presto
Anna
Qui trovi altri approfondimenti sull’Outplacement! Buona lettura 🙂
9 comments
Riccardo Zuccaro
27 Giugno 2011 at 14:52Concordo Anna, specialmente sul non monetizzare il servizio, questo vale anche per le aziende. Quando un candidato arriva al momento in cui deve decidere se usufruire o meno dell’outplacement, ci arriva in condizioni psicologiche sicuramente non ideali; questo annebbia la vista e ci fa vedere i soldi come unica soluzione. Una soluzione che non stento a definire illusoria, un pò come i miraggi nel deserto, nel breve sono di grande soddisfazione ma nel lungo periodo ci fanno ripiombare nello stesso stato d’animo antecedente, se non ancora peggiore, ad averli visti. Il costo dell’outplacement è irrisorio rispetto alla buonauscita che comunque si andrebbe a prendere, mentre usufruire del servizio è di gran lunga migliore che scegliere di non farlo. Oggi avere un supporto al ricollocamento è fondamentale.
Riccardo
Anna Martini
27 Giugno 2011 at 14:56Ciao @Riccardo e benvenuto qui! condivido quanto dici, ad integrazione del post, al 100% e aggiungo che, come molte cose, la soluzione al problema del lavoro non è MONETIZZABILE, mentre il “godere” dell’OTP nel lungo termine porta ad un MONETIZZARSI decisamente maggiore! A presto 🙂
salvatore casale
5 Settembre 2011 at 16:49Ciao Anna, i tuoi articoli sono sempre illuminanti e ogni volta mi ricordano perchè voglio lavorare nell’outplacement. Complilmenti
Anna Martini
5 Settembre 2011 at 16:56Grazie davvero Salvatore, mi fa piacere leggere il tuo commento, mi fa venire voglia di scrivere ancora… specie in questo periodo in cui ho un pò “calato il ritmo”. A presto!
Enrico
29 Aprile 2012 at 16:21Io ho provato l’esperienza dell’outplacement e me ne sono amaramente pentito. Ho accettato il serivizio proposto da Assist e mi sono trovato di fronte a una banda di incompetenti inconcludenti. Non penso che serva un servizio di outplacemente perchè il tuo coach ti dica ..fai il giro delle agenzie interinali della zona..si fa fatica ma c è crisi. Io mi sono trovato davanti a dei veri e propri buffoni quindi invito chiunque si trovi di fronte a questo servizio nella zona dell emilia a non avvalersi di questo servizio.
Francesco Chiola
7 Maggio 2012 at 9:28Spero tu abbia ragione, sono un manager di 46 anni in outplacement da 2 mesi ma non ho ancora visto nulla, non un colloquio, non una reale opportunità se non quello che mi ero trovato da solo. Sono un pochino scettico.
Anna Martini
7 Maggio 2012 at 17:42Francesco capisco la situazione, due mesi son pochi di sicuro, ma è anche vero che l’Outplacement è un servizio di Supporto alla ricollocazione e non un servizio di matching domanda offerta, è quindi un potenziatore di opportunità. Io personalmente spingo molto sul Personal Branding e l’utilizzo corretto del network piuttosto che millantare ipotesi di colloqui o offerte di lavoro; ognuno deve generarsi da sè le opportunità grazie ad una metodologia concreta, utile e applicabile con costanza e coerenza. Non dico alle persone che troverò loro un lavoro, ma che insieme lavoreremo sulle migliori leve per trovarlo e farsi scegliere. A presto e … se hai bisogno sono qui ! 😉
Mariangela
4 Aprile 2013 at 18:35Salve Anna, sono una studentessa in Psicologia delle risorse umane e sto accingendomi a scrivere una tesi proprio sull’Outplacement, potresti essermi d’aiuto con delle testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona questo percorso?Ti Ringrazio anticipatamente.
Mariangela.
Anna Martini
5 Aprile 2013 at 16:50Volentieri, scrivimi qui: me@annamartini.com
A presto
Anna